Era il 12 dicembre 2004, la Fiorentina di Sergio Buso veniva sconfitta dal Milan di Ancelotti per 6-0. Per i rossoneri segnarono Seedorf (doppietta), Chiellini, Shevchenko (doppietta) e Crespo. Era la Fiorenitna di Riganò e Miccoli.

Una curiosità, in quella Fiorentina giocava anche Dario Dainelli, oggi dirigente viola e soprattutto Rino Gattuso, oggi allenatore di quel Napoli che con lo stesso risultato tennistico ha frantumato i sogni viola di fare risultato al Diego Armando Maradona.

Sono passati 17 anni da quella pesante sconfitta, forse oggi più dolorosa di allora. Perchè, se pur era immaginabile una partita molto complicata a Napoli, nessuno poteva aspettarsi una simile disfatta.
Almeno non dopo le ultime prestazioni che avevano riconsegnato al calcio almeno una squdra capace di avere orgoglio in campo.

L’orgoglio a dire il vero ci sarebbe anche stato, perchè dopo l’1-0 di Insigne la Fiorentina ha cercato di riordinare le idee e per due volte è andata addirittura vicina a sfiorare il pareggio. Che a quel punto sarebbe stato meritato.
Ma il calcio no ha pietà e al primo nuovo affondo degli azzurri di Gattuso è arrivato il 2-0.

A questo punto è finita la partita della Fiorentina.

La paura è tornata ad occupare la testa dei giocatori, tanto da prendere, in pochissimi minuti, altri due gol. 4-0 e tutti negli spogliatoi. Fine del match.

Prandelli, a fine gara, è stato lapidario: “Quando perdi 6-0 e non hai neanche un giocatore ammonito devi riflettere molto“.
Su questo ha pienamente ragione. La Fiorentina non è mai stata cattiva, permettendo al Napoli di fare quello che voleva. Che poi non ha significato neanche grande sforzo, se si considera che i partenoipei hanno trovato 6 gol con 6 tiri in porta.

Quello che spaventa è la pochezza della squadra nella fase difensiva (oltre che in quella offensiva, ma questo già si sapeva), sottolineata anche dallo stesso mister viola a fine gara: “Farò rivedere il video del terzo gol del Napoli ai ragazzi, come si può prendere gol da un giocatore contro 5 difensori?

Prandelli ha forse anche le sue colpe, per aver messo in campo una formazione forse troppo poco equilibrata. Ma ci aveva avvertiti, sul fatto che questa squadra non potesse giocare con due attaccanti e probabilmente neanche con Callejon e Ribery senza un centrocampo solido alle spalle.
E oggi, chiamare quello della Fiorentina “centrocampo”, è più un eufemismo che altro.

Castrovilli, dopo la grande prova dal secondo tempo contro l’Inter in Coppa italia, è stato imbarazzante. Come la prestazione di Amrabat.
Ma salvare qualcuno in maglia viola (anzi oggi in maglia bianco-rossa) è davvero impossibile.

Forse solo Dusan Vlahovic, attaccato da tanti tifosi ma sempre l’ultimo ad arrendersi. Non gli si può dare la colpa di dover reggere da solo l’attacco viola a 20 anni. La responsabilità è di chi questa squdra l’ha costruita e lo ha permesso.

Non sappiamo lo stato d’animo di Commisso dopo l’umiliazione subìta a Napoli. Ma conosciamo bene la rabbia dei tifosi viola, che ancora una volta sono costretti a vedere la loro squadra lottare nei bassifondi della classifica.

La vittoria contro la Juventus aveva riempito (forse troppo) gli occhi, poi il pareggio col Bologna, la sconfitta a Roma con la Lazio e questa pensantissima a Napoli, intervallate (per fortuna) dalla vittoria sul Cagliari, ma anche dall’uscita dalla Coppa Italia in settimana contro l’Inter, ci riconsegnano una squadra ancora in balìa di sè stessa.

Troppi giocatori ombra di loro stessi. Una difesa che con Iachini aveva trovato equilibrio ma con una squadra palesemente impossibilitata a fare gol. L’arrivo di Prandelli ha riportato un po’ di energia offensiva, ma dietro è un disastro.

Milenkovic, Pezzella, Biraghi (oggi anche Igor) forniscono prestazioni spesso imbarazzanti.
Il centrocampo è incapace di creare gioco in maniera continuativa. Ribery e Callejon che non sono certo i giocatori di dieci anni fa. E si sapeva.

Difficile individuare chi possa arrivare a gennaio per risollevare la situazione. Servirebbe quantomeno un attaccante vero per affiancare Vlahovic. Ma certo i nomi che circolano non possono infiammare nessuno. Forse neanche la stessa dirigenza viola, che infatti sta prendendo sempre più tempo.

Speriamo solo che alla fine non sia troppo.

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