Ci sono persone che nascono per essere Grandi Persone. Paolo, per me, era uno di questi.
Quando gli telefonai per chiedergli se gli avesse fatto piacere partecipare al libro “In principio era Facundo” io non ero nessuno, come del resto non lo sono tutt’oggi.
Lui era ovviamente già Paolo Beldì, il regista di “Quelli che il calcio..”, mica noccioline.
Mi rispose al telefono e mi ascoltò come si ascolta un amico che ti racconta un progetto. Ne fu entusiasta. E mi disse subito di sì.
Rimasi quasi scioccato, pur nel mio ottimismo non avrei mai pensato di trovare in Paolo un “complice” nella creazione del libro.
Fu il primo, se la memoria non mi inganna, a darmi la sua partecipazione.
Ci sentimmo al telefono altre volte, ogni volta mi salutava come se ci conoscessimo da sempre.
Mi raccontò la sua esperienza personale come Facundo Boy e io la riportai sul libro.
Non volle neanche rileggerla, “ma figurati mi fido di te” mi disse lasciandomi ancora una volta senza parole.
Ci siamo sentiti altre volte dopo la pubblicazione del libro, ogni volta era risentire un amico. Quando gli dissi che lo avrei eletto “Facundo Boy onorario” mi disse che ne era orgoglioso, senza rendersi conto che l’onore poteva essere solo mio.
Ecco, Paolo è stata una di quelle persone che quando mi chiedono “cosa intendi per Grande Uomo” io posso rispondere senza problemi, “uno come Paolo Beldì”.
Ci hai lasciati troppo presto, la tua scomparsa mi lascia un grande vuoto.
Anche se non ci sentivamo da un po’ di tempo, eri una di quelle persone che mi faceva piacere sapere che esistevano.
E che avevo avuto l’onore di conoscere.
Grazie, Grazie davvero Paolo.
E ovviamente…. “Garrisca al vento il nostro labaro viola….”

Alessandro Mazzoni

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