La Fiorentina più che una squadra di calcio sembra un’operazione matematica: cambiando l’ordine degli addendi (in questo caso gli allenatori) il risultato non cambia.

Una squadra senza anima, senza gioco, senza voglia di giocare al calcio. Prima con Montella, poi con Iachini, adesso con Prandelli, il risultato è sempre lo stesso. La classifica piange, il gioco langue, i tifosi sono più neri che viola.

Ma che succede davvero alla Fiorentina? Molti di noi hanno creduto, almeno quest’anno, che i giocatori per fare almeno una stagione senza patemi d’animo ci fossero. Invece no, siamo sempre allo stesso punto.

E allora chi ci capisce qualcosa è bravo. Giocatori richiesti da tutto il mondo (Milenkovic, Amrabat, Kouamè, Vlahovic, Pulgar…) che scendono in campo con la maglia viola e non riescono a dare un senso a questa, ennesima, stagione disgraziata.

Qualcuno ce lo dovrebbe speigare, ma anche chi dovrebbe essere preposto a questo (vedi Pradè) si pone le nostre stesse domande. Nessun alibi per nessuno, la sconfitta tecnica è totale. Giocatori che, pur se ben pagati e in maniera puntuale, che di questi tempi non è poco, scendono in campo molli e senza motivazione.

Colpa deglii allenatori? Non credo sia sufficiente a spiegare il disastro tecnico. Puoi sbagliare a mettere in campo una formazione, puoi sbagliare i cambi, ma se hai giocatori di qualità prima o poi i risultati si devono vedere. E non parliamo di risultati straordinari, ci accontenteremmo di quelli normali.

La sensazione è che nessuno abbia una vera spiegazione di quello che sta accadendo, ormai da troppo tempo, a Firenze. In questi casi c’è solo una via d’uscita, il reset totale.

Del resto, cosa c’è da salvare in questo “progetto tecnico”? Poco e nulla. Ripartire da qualche giocatore che almeno ci mette l’anima e rifondare tutto il progetto tecnico. Anzi, creare un vero progetto tecnico. Perchè, al momento, l’unico progetto che al momento si  è visto, si chiama “improvvisazione”.

E, anche nel calcio, con l’improvvisazione non si va da nessuna parte.

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