Il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, forte della prima posizione in classifica in Serie A, ha parlato a ruota libera a Radio 24 prospettando l’ipotesi di un campionato europeo al posto delle “inutili” attuali coppe:

“Stiamo giocando troppe partite, i nostri calciatori sono sottoposti a rischi particolari che poi in caso di gravi infortuni danno luogo a minusvalenze. Non si parla mai della logica dell’economia, mi sta benissimo il merito e lo spirito della sportività, però poi bisogna combinare la produzione con un mercato sempre più esigente. Ma chi non riesce a far lievitare i proventi cosa ci fa lì? Viviamo in una condizione che viene dal passato, fatta di Federcalcio, Leghe, UEFA e compagnia bella. Mi ha colpito una giovanissima donna, che ha una squadra minore, l’Entella, chiedersi perché l’imprenditorialità del calcio non è in mano e imprenditori ma ad ex calciatori ed ex procuratori. Ma fare l’imprenditore è un’altra cosa. Siamo sempre nel passato e mai nel futuro. Il gioco del calcio non si è mai rinnovato, è vecchio. Io ho sempre sostenuto il Var e infatti sta funzionando. In Italia non si tiene conto delle esperienze del mondo. Se l’NBA e il Football Americano fanno 10 miliardi di incassi all’anno una ragione ci sarà. In Europa non ci riusciamo perchè siamo ancora alla Champions League, all’Europa League, alla Conference League. Quindi Superlega? Assolutamente no. Ad Agnelli dissi giammai…voleva farla per una élite. oggi è sbagliato che l’UEFA incassi 800 milioni e non si sa dove finiscano. Facciamo un campionato europeo e mettiamo 10 miliardi sul tavolo dove le prime 6 di un campionato importante o la prima di un campionato minore si affrontino in partita secca. Ma questi signori non sanno che i tifosi vogliono vedere un calcio interessante? Nel 1986 avevamo 16 squadre, oggi 20. E certe partite non interessano a nessuno. Succede già in Premier che certe partite non vengano nemmeno trasmesse. Allo stadio siamo noi a vendere i biglietti, perchè non possiamo anche vendere i biglietti virtuali utilizzando le piattaforme e lasciando a loro una percentuale sul biglietto?”

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