La morte di Sinisa Mihajilovic, a soli 53 anni, ha gettato il mondo dello sport nello sconforto e aperto mille interrogativi sulle possibili cause.

La dottoressa Francesca Bonifazi, che lo ha avuto in cura al Sant’Orsola di Bologna, ha raccontato che il paziente ha subìto un trapianto di midollo, dopo il quale la malattia si è ripresentata ancora più agressiva e refrattaria alle cure. E questo ha portato ad un inevitabile decesso.

Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, presente al funerale di Sinisa, ha tirato in ballo altre diverse ipotesi: “Mi risulta che anche Vialli stia male, bisogna approfondire alcune malattie che potrebbero essere legate. Non voglio fare l’esperto ma bisogna indagare sul tipo di cure che venivano fatte all’epoca e ai trattamenti che si facevano sui campi sportivi.”

Poi il senatore di Forza Italia punta il dito anche sui vaccini: “Anche i vaccini, vanno fatti, ma non si sa che conseguenze possano avere in futuro.”

Ci fu un altro caso di leucemia, ma diverso rspetto a quello risultato fatale per Mihajlovic, che colpì l’ex giocatore della Fiorentina Bruno Beatrice. Il calciatore si ammalò nel 1985, solo un anno dopo il ritiro, di una leucemia linfoblastica acuta. Il giocatore nel 1976 aveva trattato una pubalgia con radioterapia a base di raggi x. Anche altri compagni di quella Fiorentina sono morti prematuramente. Tanto che la procura di Firenze ipotizzò il reato di omicidio preterintenzionale per l’allora allenatore viola Carlo Mazzone. Ma l’indagine fu archiviata.

La vedova di Beatrice collegò la malattia a una cura con raggi Roentgen del marito. Nulla di riconducibile alle malattie di Mihajlovic e Vialli. Neanche i vaccini, perchè quando i due giocatori si sono ammalati i vaccini per il covid non erano ancora disponibili.

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