A Nyon si sono resi conto che il caso italiano – tre semifinaliste nelle coppe più un bonus legato al ranking per federazioni – è più unico che raro. Insomma, potrebbe fare scuola nei prossimi anni oltre ad alimentare un caos interpretativo. Ecco dunque un chiarimento, al momento informale e in attesa di essere scritto in una circolare, che approfondisce un quesito centrale nei dibattiti sulla corsa europea: quante squadre si qualificherebbero per la competizione più importante nel caso in cui Roma o Atalanta vincessero l’Europa League finendo in una posizione che tramite il campionato garantirebbe loro già il pass Champions?

La risposta è sei. Il posto extra che l’Italia ha già matematicamente conquistato davanti a Germania, Inghilterra e Francia nel torneo col nuovo format a 36 club (classifica unica, poi playoff o direttamente gli ottavi), si aggiungerà solamente a giochi chiusi ed è una sorta di diritto intoccabile acquisito per meriti sportivi. Se uno tra De Rossi e Gasperini dovesse quindi tornare a casa con il trofeo da Dublino, il 22 maggio, chiudendo la Serie A al 5° posto, andrebbe ad aggiungersi al poker di squadre in testa ma permetterebbe pure alla sesta di qualificarsi. Semplificando il concetto, l’talia potrebbe trovarsi con questo bottino: 4 posti dal campionato, 1 per la detentrice dell’Europa League e 1 grazie al ranking Uefa.

La prospettiva è invitante non soltanto per i giallorossi o per la Dea – avrebbero almeno tre strade per raggiungere l’obiettivo: 5° posto, Europa League o 6° posto se l’altra conquista Dublino e arriva 5ª -, ma pure per Lazio, Napoli e Fiorentina che ambiscono da sempre a quello stesso traguardo pur considerandolo fino a ieri una chimera. Battendo stasera il Verona, ad esempio, i biancocelesti si ritroverebbero momentaneamente sesti e con un calendario in discesa viste le sfide con Monza, Empoli, Inter già campione e Sassuolo, tre delle quali all’Olimpico. A quel punto dovrebbero tifare per un successo internazionale della Roma… ma questa è un’altra storia. Battendo la Dea nel recupero, la Viola avrebbe gli stessi punti della Lazio (ora 52) e si ritroverebbe a -2 proprio da Gasp. Insomma, le tre nobili attardate hanno riacceso il lume della speranza.

Resta valido l’assioma che il regolamento illustra con chiarezza, almeno in questo caso: la tavola è apparecchiata per otto, con due ripartizioni possibili. La prima: con la 6ª in Champions porteremmo solo una in Euroleague e un’altra in Conference. La seconda: con 5 in Champions la suddivisione resterebbe 5+2+1. Il totale fa sempre 8. La Serie A può invitare però al banchetto fino ad altri due amici grazie a delle combinazioni particolari: arriverebbe a 10 se due italiane vincessero Europa League e Conference piazzandosi entrambe dall’8° posto in giù; toccherebbe invece quota 9 se la Fiorentina conquistasse la Conference restando fuori dalla top 8. Infine se la Viola terminasse 8ª e conquistasse il suo trofeo entrerebbe in Euroleague, aggiungendosi alle altre qualificate, ma l’Italia non avrebbe rappresentanti nella terza coppa del 2024-25.

A riportarlo è il Corriere dello Sport

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