In vista della partita della Fiorentina a Napoli, il quotidiano Il Mattino ha intervistato il direttore generale viola, Joe Barone:

Il nostro è un modello basato sui principi dell’università americana. Un modello destinato nello stesso modo a generi e generazioni ovvero a donne e uomini a partire dai bambini e bambine fino agli adulti. Stadio e Viola Park? Abbiamo creato questo centro sportivo che definirei totale. E ci piace che possa accogliere tante persone ogni giorno, non solo quando ci sono le partite. Ci piace la cultura della persona che può vivere la squadra quotidianamente. Le regole governative sono ancora vecchie in Italia e devono essere aggiornate. (…) Noi siamo arrivati con le idee chiarissime: uno stadio nuovo ed un centro sportivo nuovo. Per lo stadio siamo finiti in un ginepraio, mentre il centro sportivo è una realtà a livello mondiale. (…) Non serve ristrutturare impianti che hanno già problemi, ma costruire stadi moderni. Il calcio italiano? Con il Presidente Gravina bisogna lavorare per dare maggiore spazio ai giovani. Bisogna ripartire dai vivai. Ci deve dare una mano anche il Governo. Il Decreto Crescita aiuta gli stranieri, ma di fatto penalizza gli italiani. Alzerei il numero di giocatori cresciuti nel vivaio che vanno inseriti nelle liste a inizio campionato: dovrebbero diventare 6. Italiano al Napoli? Aveva un contratto. E i contratti si rispettano. Mi sembra che anche De Laurentiis la pensi così. Noi siamo persone di parola. E Vincenzo non è mai venuto da me a dire che voleva andare via. Un contratto è un contratto

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