Duro redazionale di Ernesto Poesio del Corriere Fiorentino dopo che il collega Francesco Matteini è stato cacciato dal Viola Park in quanto gioranlista “non gradito”:

Non sapeva, il collega Matteini, come nessuno di noi fino a ieri, che il Viola Park in realtà è il castello dell’Innominato manzoniano con i suoi Bravi (chi sia il Nibbio e chi gli altri a voi la scelta) davanti ai cancelli, a selezionare con cura gli ospiti pur in possesso di un regolare biglietto per assistere a una manifestazione pubblica, in questo caso sotto l’egida della Federazione Italiana Gioco Calcio. Ne è rimasto stupito anche il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, che in questi giorni ha molto frequentato il suddetto castello e che si è messo «a disposizione» per trovare un’occasione di chiarimento tra le parti, perché «il Viola Park nasce come luogo inclusivo aperto a tutti e so con certezza che la Fiorentina lo ritiene tale». Più dei chiarimenti servirebbe una richiesta di scuse da parte della Fiorentina, altrimenti il rischio è quello di passare da Don Abbondio, come un po’ tutta la politica fiorentina che da tempo accetta di essere sistematicamente schernita da Commisso senza reagire per paura di perdere consenso […].

[…] Chi fa affari a Firenze (e per Commisso la Fiorentina è un grande affare) non ne diventa automaticamente il padrone, a cui tutto è concesso per quieto vivere o per paura che se ne vada. Rimane un ospite, certamente gradito, che deve però rispettare le regole di civiltà di cui questa città si vanta da sempre. Di certi gesti, di certa violenza verbale reiterata, della continua voglia di aizzare gli animi e alimentare scontri con chiunque non sentiamo proprio il bisogno. Ce n’è già troppa in giro, sui social e per le strade. Ci scuseranno Commisso e quelli come lui, ma in fondo questa è ancora, soprattutto, casa nostra”.

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