La Fiorentina è crollata ad Istanbul. Dopo gli scricchiolamenti che si avvertivano forti dopo Udine, dopo la partita col Riga e dopo Bologna, è arrivato il crollo totale. Su tutti i fronti, senza possibilità di appello.

O meglio, un appello ci sarebbe, quello alla maledetta sfortuna, che dalla chiusura del mercato, dopo la risoluzione del contratto a Nastasic e il mancato arrivo di un centrale in sostituzione, ha portato in difesa a infortunarsi praticamente tutti. A partire dalla colonna portante Milenkovic, fino a Igor (che ha anche un discreto vizietto col cartellino rosso) e ieri a Martinez Quarta. Tanto che Italiano ha dovuto schierare al centro della difesa addirittura Mandragora.

Infortuni che si vanno a sommare a quelli a lungo termine di Gonzalez, di Duncan (ieri rientrato) e di Dodò, oltre che recentemente di Sottil. Insomma, va tutto male in casa viola. Ma questo non può essere sufficiente a giustificare una debacle simile rispetto alla scorsa stagione.

Aggiungiamo allora quei giocatori che stiamo aspettando ormai da mesi, come Cabral e Ikonè. Col brasiliano che ha dato qualche timido segnale e niente più e col francese che è capace di peggiorare ad ogni partita, come se fosse facile visto il livello con cui si era presentato a Firenze.

Dulcis in fundo (si fa per dire), un mercato che era stato votato dai maggiori esperti come minimo con un’ampia sufficienza che invece non ha aggiunto nulla alla squadra. Anzi, forse ha tolto certezze.

Perché l’arrivo di Gollini tiene in panchina Terracciano, uno dei migliori della scorsa stagione, per fornire prestazioni a dir poco allucinanti come quella di ieri sera, con tre errori quasi da dilettante. Perché Dodò, prima dell’infortunio, stava piano piano mostrando segnali di sè, certo, ma ancora non in grado di essere determinante sul campo. Perché Mandragora è irriconoscibile e perché Jovic… qui è come sparare sulla Croce Rossa. Pensare che qualcuno lo ha già paragonato al peggior Kokorin.

Ci vuole calma, ci vuole pazienza. Certo. Ma intanto la Fiorentina sprofonda in campionato e rischia l’eliminazione in Europa in un girone francamente piuttosto abbordabile.

Mi rendo conto che in Europa è più difficile di quanto credessi” è la prima affermazione di mister Italiano ieri dopo la partita che, insomma, un po’ ci spaventa. Che l’ex Spezia non fosse abituato all’Europa e probabilmente neanche a gestire il doppio impegno, soprattutto in una stagione tanto strana come questa, ce lo potevamo aspettare. Ma speravamo che almeno lui avesse le soluzioni per affrontare i tanti impegni al meglio. E che proprio in virtù di questo evitasse di chiedere il doppio dello stipendio alal società. “Non so come uscire da questa situazione” è stata poi la frase, pronunciata dallo stesso tecnico, che ha fatto rabbrividire tutto il Popolo Viola. perché sà quasi di resa. Frasi del genere, pronuciate da un allenatore, possono avere effetti devastanti sul gruppo. Se il condottiero ammaina bandiera bianca, dove possiamo mai andare? Quello che ci “rincuora” (eufemismo) è che secondo il mister non è un problema fisico ma solo mentale. Quindi la preparazione dovrebbe essere stata ok?

Pare di no, almeno secondo quanto detto ieri da Bonaventura, che in qualche modo “sbugiarda” il proprio tecnico: “Ci mancano qualità e intensità” e aggiunge “la sosta arriva nel momento giusto per ritrovare la condizione fisica“. Della serie, mettetevi d’accordo….

E per concludere, le parole del capitano, forse le più significative di tutte: “Forse abbiamo cominciato a sentirci bravi, dopo aver raggiunto l’Europa la scorsa stagione. Dobbiamo ritrovare l’umiltà e la fame come la passata stagione“: e questo è un altro grave problema, perchè denota un gruppo forse poco compatto. Sappiamo tutti quanto sia dispendioso il gioco di Italiano e quanto i giocatori devono essere disposti a sacrificarsi. Quest’anno non sembrano ben disposti. E le parole di Biraghi denotano la mancanza di un leader all’interno dello spogliatoio, uno di quei giocatori alla Batistuta per intenderci, non per la sua capacità di fare gol (certo Dio sa quanto ci servirebbe anche quella..) ma per quella di “prendere per il bavero” qualche compagno nello spogliatoio.

Segnali preoccupanti, ai quali tutti, dalla società, alla dirigenza, al comparto tecnico, dovranno trovare soluzioni. Immediate.

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