Doveva essere la sua stagione, quella della definitiva consacrazione. Considerando che avrebbe giocato a fianco di un Campione che ha vinto tutto come Franck Ribery.

Invece, l’anno di Chiesa, si è trasformato in un vero e proprio calvario sportivo. Certo, la Fiorentina non lo ha agevolato, con una stagione calcistica (l’ennesima) da dimenticare. Come va anche considerato che spesso Chiesa ha giocato (e gioca) in un ruolo che non predilige, per esigenze tecniche di una squadra che non è stata probabilmente costruita nel migliore dei modi.

Federico ha sicuramente alcune attenuanti, a cui si aggiunge un periodo di forma non certamente ottimale.

Ma tutto ciò non basta a giustificare il declino tecnico che ha avuto il ragazzo. A cui si aggiunge una condizione mentale non certo serena, che sembrava essere in parte rifiorita con l’arrivo del nuovo tecnico Iachini dopo le evidenti incomprensioni con Montella.

Un “idillio” durato poco, perché dalla ripresa del campionato dopo il lockdown, il figlio di Enrico non ha più dato neanche una vana parvenza di sè. tanto da finire spesso e volentieri in panchina nelle ultime partite.

Federico dovrebbe avere ormai raggiunto la maturità per poter prendere in mano la propria squadra, sotto l’aspetto tecnico ma anche, soprattutto, sotto quello caratteriale. Non fosse altro per il fatto che lui, nella Fiorentina, ci è nato e cresciuto calcisticamente.

E invece è spesso il primo ad ammainare la bandiera dell’orgoglio. Quella che i tifosi vorrebbero vedere sempre in chi indossa la gloriosa Maglia Viola. Quasi sempre nervoso, sembra litigare col mondo ogni volta che scende in campo. Lui che, alla sua età, dovrebbe giocare sempre col sorriso e con la voglia di divertirsi e di conseguenza divertire. Quello che fa un “ragazzo” di 36 anni come Ribery.

Probabilmente la scorsa sessione di mercato era certo di essere ceduto. Cosa che sarebbe sicuramente successa se fossero rimasti i Della Valle.

Rocco Commisso si è impuntato nel voler considerare il ragazzo come una bandiera su cui costruire la Fiorentina del futuro. Lo ha più costretto che convinto a restare, probabilmente. Ma ciò non toglie che un professionista, quando scende in campo, dovrebbe sempre ripagare la propria società e i propri tifosi. Indipendentemente dai “mal di pancia”. E considerando che lui deve tutto a Firenze e alla Fiorentina.

Nella prossima sessione di mercato probabilmente anche Rocco Commisso sventolerà bandiera bianca e accetterà di cedere il suo “gioiellino”. Un gioiellino che, in questo momento, appare più come un pezzo di bigiotteria.

Il problema è che la sua valutazione attuale, dopo le prestazioni della stagione, rischia di essere molto lontata da quei 60/70 milioni di cui si parlava fino a pochi mesi fa. Con l’aggravante che tra un anno il giocatore sarà svincolato (contratto in scadenza nel 2022).

Se la Fiorentina vorrà monetizzare per evitare di perdere il ragazzo a parametro zero dovrà farlo in questa sessione di mercato. Juventus e Inter, che sembravano volersi contendere il talento a suon di milioni, sembrano aver raffreddato il loro interesse. Anche se il club bianconero potrebbe avere le armi giuste in termini ndi contropartite tecniche per arrivare a convincere Commisso.

La Juventus ha in mano il cartellino di Cristian Romero, attualmente in forza al Genoa, che interessa alla Fiorentina. La sua valutazione si aggira intorno ai 25 milioni. E poi ci sarebbe la suggestione Gonzalo Higuain, che ha però un ingaggio da 7 milioni a stagione. La dirigenza viola potrebbe provarci spalmandogli l’ingaggio in più anni.

Spunta poi la possibilità Premier League, con il Newcastle appena passato ad un fondo arabo che potrebbe mettere sul piatto una cifra molto vicina alla sua valutazione di un anno fa. Mentre il Manchester United si sarebbe fermato intorno ai 50 milioni.

Quello che pare certo è che sia arrivato il momento per Federico di cambiare aria. Per il suo bene e per quello della Fiorentina. Perché anche la pazienza e l’amore dei tifosi ormai sono arrivate ai minimi termini.

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