Il duro editoriale della Gazzetta dello Sport il giorno dopo l’addio (improvviso) di Roberto Mancini alla Nazionale:

Mancini non ha scuse, non si scappa dalla Nazionale. Si può lasciare una panchina all’improvviso, anche quella azzurra, ma non così, con una semplice mail, fregandosene di chiunque: tifosi, appassionati, compresi le italiane e gli italiani che al pallone non sono interessati, ma all’Italia lo sono eccome. Perché la Nazionale è di tutti. Soffia forte nel calcio il vento del cinismo, del denaro assunto come unico valore, assoluto e distruttivo: il rispetto degli accordi, dei contratti, della parola data, non esiste. Il calcio italiano ha vissuto una giornata di tristissima follia, che segna uno dei suoi punti più bassi.

E poi il riferimento a quando fu allenatore della Fiorenitna grazie ad un permesso speciale:

Giocatore di grande talento, in panchina è stato sempre baciato dalla fortuna, come dimostra la sua carriera cominciata in discesa, quando gli fu permesso di allenare la Fiorentina senza averne i requisiti. Lo stellone l’ha aiutato anche dopo la disfatta contro la Macedonia del Nord, quando ci siamo ritrovati improvvisamente Italietta. Mancini è stato non solo confermato, ma gli sono stati attribuiti via via poteri crescenti, fino a diventare, solo poche settimane fa, il supervisore di tutte le squadre azzurre.

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