Anche Paolo Maldini, bandiera ed ex dirigente del Milan, proprio come Giancarlo Antgnoni con la Fiorentina, non le ha mandate a dire. Lui addirittura, a differenza del viola a cui era stato proposto dalla società un ruolo di osservatore dei giovani in giro per il mondo, è stato licenziato in tronco. E questa è parte del suo sfogo a Repubblica:
“L’addio? Se il club è stato venduto a 1.2 miliardi e la nuova proprietà vuole cambiare, ne ha il diritto. Ma vanno rispettati persone e ruoli. Ho dovuto trovare un accordo per i miei diritti. Cardinale mi disse che io e Massara eravamo licenziati. Gli chiesi perché e lui mi parlò di cattivi rapporti con l’ad Furlani. Allora io gli dissi: ti ho mai chiamato per lamentarmi di lui? Cardinale chiedeva Di vincere la Champions. Spiegai che serviva un piano triennale. Da ottobre a febbraio l’ho preparato con Massara e con un mio amico consulente: 35 pagine di strategia sostenibile e necessità del salto di qualità, mandate a Gerry, a due suoi collaboratori molto stretti e all’ad Furlani. Risposte? Nessuna. Su 35 acquisti ci contestano De Ketelaere, che aveva 21 anni. Se si scelgono ragazzi di quell’età, la percentuale d’insuccesso è più alta. Vanno aspettati, aiutati, coccolati, ripresi.“
Non so e non voglio sapere il motivo, con Maldini si sono comportati da vigliacchi e non lo meritava per il lavoro che aveva svolto. Tutt’altra cosa è stato fatto con Antgnoni.