Era stato deciso fino ad oggi, lui e solo lui, il salvatore della patria, sarebbe arrivato in fondo alla vicenda, senza bisogno di nessuno. I soldi li avrebbe trovati lui, senza bisogno di nessuno. Lui, l’omino di Palazzo Vecchio, a pochi mesi dalle elezioni, sembra adesso quasi ammainare bandiera bianca.

Ma lo fa nel suo stile, senza fare alcun tipo di mea culpa, anzi. Quasi scaricando su altri (il ministro dello Sport Abodi, nella circostanza) la “colpa” della necessità di un intervento privato per completare in maniera decente il restyling del Franchi.

Erano stato proprio loro, Nardella e Giani, sindaco di Firenze e governatore della Toscana, a caldeggiare i fondi del PNRR come manna dal cielo, alteggiandosi alla non necessità del privato in un intervento così complesso, che sarebbe dovuto finire anzi tutto sulle spalle dei contribuenti fiorentini.

Adesso la marcia indietro, alla vigilia di Natale, come una sorta di redenzione.

Ecco cosa ha riportato La Nazione riguardo le parole di Dario Nardella:

“Certo che ho scritto al Governo e ho parlato con il ministro Abodi. L’unico modo per allungare i lavori e conciliare il cantiere con le esigenze della squadra è una piccola modifica normativa che solo il Governo può fare. Per questo stiamo facendo tutto il possibile perché si apra il tavolo con l’esecutivo e la Fiorentina e si raggiunga l’obiettivo senza rinunciare all’avvio dei lavori propedeutici previsti entro la fine di gennaio.

Sui 55 milioni mancanti per il nuovo Franchi: “E’ chiaro che per arrivare a uno stadio con frigoriferi e bicchieri negli skybox la cifra sarà sensibilmente superiore. Per questo è possibile utilizzare la norma voluta proprio da Abodi che facilita l’intervento del privato per completare tutto, in cambio di una concessione molto lunga e un abbattimento sul canone. Confidiamo nel ricorso al Consiglio di stato per i piani urbani integrati, dati dal governo Draghi e tolto dal governo Meloni con la commissione europea”.

Su Commisso e la politica: “Apprezzo le parole di Commisso laddove riconosce l’importanza della ristrutturazione del Franchi e si augura che il Comune la porti avanti, e quando fa appello alla politica a smetterla con polemiche e strumentalizzazioni di un’opera pubblica che dovrebbe invece mettere tutti d’accordo. Se secondo me vuole influenzare le elezioni? A Commisso non credo proprio interessi la politica locale fiorentina. I cittadini non considerano la questione stadio una priorità maggiore di opere come le tramvie, anche se è un argomento gustoso per tifosi e non. Non penso proprio che sia il tema decisivo delle elezioni”.

Della serie, alla sfrontatezza non c’è mai fine.

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