Pradè lo aveva annunciato così a settembre: “Tutti voi mi chiedevate una punta. E’ arrivata. Dopo una trattativa lunga siamo arrivati a Pedro. E’ un attaccante moderno. Adesso fisicamente sta al 100%. Il nostro reparto offensivo è a posto. Pedro è un goleador, vive per il gol e dentro l’area fa molto male. Lui dovrà lavorare sodo e restare umile. La sua caratteristica principale è che fa gol come pochi“
Se abbia lavorato sodo non ci è dato saperlo. Se sia rimasto umile tantomeno. Quello che è certo è che Pedro non pare proprio essere il goleador annunciato dal DS viola. Almeno non per il campionato italiano.
Il ragazzo, su cui c’era addirittura il Real Madrid prima del suo infortunio, è rimasto un oggetto misterioso. Qualche uscita (senza grandi numeri) in Primavera, una manciata di minuti in Serie A. Troppo poco per capire, almeno noi tifosi, chi o cosa sia Pedro.
Osannato in Brasile (ma la vicenda Gabigol insegna…) è stato il più grande bluff (o flop) della disastrosa campagna acquisti estiva di Pradè.
Sia chiaro, la Fiorentina non ci rimetterà neanche un centesimo. Anzi, sarà plusvalenza. Quasi un record per un giocatore arrivato da neanche 6 mesi e che non ha mai praticamente giocato. Acquistato per 13 milioni dal Fluminense adesso è in partenza per il Flamengo che lo pagherà circa 15 milioni.
Resta un dubbio (grande) e una certezza. Il dubbio è questo: ma questo Pedro sarà davvero un flop mondiale buono solo per il Brasile? Speriamo di non scoprirlo mai. Del resto, se prima Montella e poi Iachini lo hanno clamorosamente bocciato, è difficile che tutti si siano sbagliati. Così come se si è scelto un via definitivo invece che in prova magari in Europa.
La certezza, invece, è che il Direttore Sportivo viola o ci ha presi in giro o ha preso un’altra delle sue clamorose cantonate. Opto per la seconda. Che poi non è neanche la prima che prende, basta fare due nomi: Boateng e Badelj.
Lui si è detto sotto esame. Il mercato di gennaio sarà la riprova. Certo, servono anche i soldi per fare il mercato, questo è ovvio. Ma serve soprattutto un Direttore Sportivo che non prenda “lucciole per lanterne”. O goleador per bidoni.
Alessandro Mazzoni – QFR