Siamo arrivati alla tanto attesa “finestra di mercato” di gennaio, quella che, almeno nella speranza dei tifosi, dovrebbe servire a dare una “sistemata” alla squadra per concludere il campionato quantomeno in maniera dignitosa.
Certo, più che una “sistemata” servirebbe una quasi rivoluzione, perchè la Fiorentina che vediamo oggi in campo tutto è fuori che una squadra di calcio.

Quattordicesimo posto in classifica, ma quel che è peggio a soli tre punti da quel terz’ultimo posto, attualmente occupato dal Parma, che significherebbe Serie B. Uno spettro tutt’altro che lontano per i tifosi viola, giustamente preoccupati per l’involuzione in cui è caduta la squadra negli ultimi anni.

Non è bastato l’arrivo di un campione, seppur a fine carriera, come Franck Ribery. Non sono bastati quei “rinforzi” della scorsa sessione di calciomercato che aveva fatto definire, da parte del DS gigliato Daniele Pradè, quello della Fiorentina come uno dei più forti centrocampi della Serie A. Non male, si pensava, se affiancato a una difesa che nella parte finale della scorsa stagione era una delle meno battute del campionato.

E allora il problema dove sta? Facile, nell’attacco! Non è proprio così.
Certo, la Fiorentina non vanta nella rosa un centravanti “maturo”, uno di quei giocatori capaci di garantirti la doppia cifra nel tabellino dei marcatori.

Vlahovic, Kouamè (che non è neanche una vera punta) e ormai l’ex Cutrone (tornato in Inghilterra) erano più scommesse che certezze. O almeno, giovani talenti su cui poter scommettere se affiancati a qualcuno di esperienza.

La Fiorentina forse è stata presuntuosa sotto questo aspetto, pensando di avere già le soluzioni in tasca. Invece non è stato così, se si pensa alla miseria di gol (6 in 16 partite, di cui la metà su calcio di rigore) segnati dagli attaccanti viola.

E qui si è scatenata l’ira dei tifosi viola, che hanno cominciato a puntare il dito su Vlahovic (troppo giovane e inesperto), su Kouamè (troppo fragile e non una vera punta), su Cutrone (un’altra giovane scommessa), sul centrocampo (giocatori “bolliti”, con poca voglia, con carenze tecniche, senza idee di gioco) e, ovviamente, anche sulla difesa (giocatori incapaci tecnicamente, con la testa altrove). Senza dimenticare i vari allenatori.

Quello della Fiorentina è un rebus che nessuno riesce a risolvere e che sta incuriosendo tutto il calcio italiano.
Perchè a inizio stagione “quelli che capiscono di calcio” indicavano la Fiorentina come possibile rivelazione del campionato.
Una rivelazione, in effetti, lo è stata: ma in negativo, perchè nessuno oggi riesce a spiegarsi come possa, una squadra che mette in campo tanti giocatori nazionali ritrovarsi a lottare per non retrocedere.

Non ce lo spieghiamo neanche noi. E le domande sono tante: dove è finito l’Amrabat ammirato a Verona la scorsa stagione e indicato come giocatore rivelazione dle campionato? Dove è finita la magia di Castrovilli che lo aveva portato a meritarsi la magica numero 10? Che fine ha fatto la quantità e la qualità di Bonaventura? Che succede a Ribery? A Pezzella? A Milenkovic? Senza dimenticare quel giocatore che avrebbe dovuto far dimenticare Federico Chiesa, quel Callejon che faceva magie a Napoli e che ha visto il campo a Firenze solo per qualche spezzone di partita.

E poi giocatori come Duncan (arrivato lo scorso gennaio) mai realmente considerato titolare in maglia viola, Barreca (arrivato lo scorso mercato estivo) che doveva essere l’alternativa naturale a Biraghi, ma che non scende in campo quando manca l’esterno titolare.
Gli interrogativi sono tanti e forse di difficile risposta.

Una risposta forse è leggibile tra le righe delle parole di mister Prandelli dette solo qualche giorno fa: “Sul mercato dobbiamo soprattutto sfoltire la rosa, non posso allenare 26 giocatori, si creano malumori tra gli esclusi“.
E se il problema fosse proprio questo?

Facciamo una riflessione: in questo mercato tante squadre, anche molto blasonate sia italiane che straniere, stanno facendo la corte ai nostri giocatori: Lirola (che a Firenze gioca pochissimo e quando gioca lo fa male) nel mirino dell’Olimpique Marsiglia (mica il Firenze Ovest, con tutto il rispetto…); Kouamè nel mirino di Torino, Verona e addirittura Eintracht Francoforte; Duncan verso Verona ma su di lui aveva messo gli occhi anche la Lazio; Pulgar nell’interesse dei Leeds di Bielsa che addirittura avrebbe puntato anche Eysseric! E qui ci possiamo fermare.

Questo per fare solo alcuni esempi del fatto che tanti giocatori nel mirino della critica a Firenze, sono corteggiati da squadre anche di livello.
Abbiamo esempi anche dal recente passato di giocatori che non hanno reso in maglia gigliata e che si sono fatti valere con altre casacche.

Allora la domanda da porsi è un’altra: cosa succede ai giocatori quando vengono a giocare nella Fiorentina?

L’interrogativo è d’obbligo e potrebbe celare molti dei problemi di questa squadra.

Siamo davvero sicuri che questi giocatori siano così scarsi da trovarsi a lottare per non retrocedere? Oppure a Firenze si è persa quella alchimia che faceva innamorare i giocatori quando scendevano in campo con la gloriosa maglia gigliata?

L’assenza del pubblico, che a Firenze ha sempre fatto la differenza, ha giocato sicuramente un ruolo importante. Ma non basta.

Ribery era arrivato a Firenze con tanto entusiasmo e adesso sembra intristito, lontano dal “progetto Viola”, Milenkovic non pensa altro che ad andarsene, Vlahovic non ha ancora rinnovato, Bonaventura sembra il fratello brutto… sono solo alcuni degli esempi che fanno riflettere.

Siamo sicuri che il problema sia nei piedi dei giocatori e non nelle loro teste? E se il problema fosse proprio all’interno della “Famiglia Viola” come la chiama Rocco Commisso”? O nello spogliatoio?

Perchè se fosse così puoi andare a prendere il Papu Gomez, Torreira e perfino Ciro Immobile. Ma chiunque si calerebbe in questa realtà potrebbe ritrovarsi in un completo marasma.

La risposta noi non la abbiamo, ma Rocco Commisso, o chi per lui, dovrebbe farsi qualche domanda su quanto sta succedendo a Firenze e all’interno dell’ambiente viola.

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