Non sono passati neanche 20 anni, erano gli anni di fine Millennio e la Serie A italiana viveva nel lustro dei suoi Campioni.

C’erano 7 squadre in Serie A indicate da tutti i media come le possibili vincitrici dello Scudetto. Erano le cosiddette “7 Sorelle”.

C’era la Juventus di Zidane e Del Piero, l’Inter di Vieri e Ronaldo, il Milan di Weah e Shevchenko, c’era la Roma di Sensi con Totti e Montella, la Lazio di Cragnotti con Nedved, Veron e Mancini, ma c’erano anche la Fiorentina di Cecchi Gori con Batistuta e Rui Costa (bei tempi!)  e il Parma di Buffon, Cannavaro, Crespo e Thuram. Non c’era il Napoli, allora.

A distanza di pochi anni la Serie A italiana (e il calcio in generale)  è cambiata alla velocità della luce.

I grandi Campioni (compresi quelli italiani) hanno cominciato a preferire i campionati esteri dove vengono ricoperti di tutti quei soldi che in Italia non ci sono più (o che non vengono comunque più spesi). Solo l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus sembra aver cambiato questa tendenza, ma appare più come quell’eccezione che conferma sempre la regola.

Di quelle “7 Sorelle” ne sono rimaste molto poche in grado di lottare per lo Scudetto in Italia. Solo la Juventus pare avere gli stessi sfarzi di allora, forte di un potere economico che in Italia sembra non avere rivali. Il Napoli di De Laurentis, nell’ultima stagione, ha provato (invano) ad avvicinarsi allo strapotere bianconero. L’Inter “cinese” è ancora più una scommessa che una certezza, mentre i proprietari orientali del Milan hanno fatto “acqua” da tutte le parti.

C’è la Roma di James Pallotta a tentare di tenere testa alla Juventus e al Napoli e l’incredibile Lazio di Lotito che, nonostante le continue contestazioni da parte dei tifosi, riesce ogni anno a costruire una squadra competitiva seppur lontana dalla possibilità reale di vincere lo Scudetto.

E poi ci sono le squadre cadute più o meno “in disgrazia”, per cui quello delle “7 Sorelle” è rimasto solo un lontano ricordo: il Parma e (ahimè) la Fiorentina.

Entrambe hanno subito un pesante fallimento, costrette a ripartire da serie inferiori. Il Parma, dopo il crac Parmalat fallisce nel 2015, rinasce grazie all’unione di due società e quest’anno ritorna in Serie A, sebbene nell’occhio del ciclone per probabile illecito sportivo che potrebbe annullare la promozione.

La Fiorentina, dopo il fallimento con Cecchi Gori, è stata rilevata dalla famiglia Della Valle, nell’entusiasmo di un’intera Città. Entusiasmo alimentato dalle promesse di chi aveva addirittura scommesso di riportare lo Scudetto a Firenze. O comunque di tenere la Fiorentina nei primi posti della classifica.

E bisogna dire che ci hanno anche provato, ma gli scandali di Calciopoli prima e i mancati ritorni dagli investimenti su giocatori importanti dopo (vedi Mario Gomez) hanno lentamente allontanato la Passione dei Della Valle verso la Fiorentina. I tifosi si sono fatti sentire, con contestazioni in certi casi anche pesanti contro la Proprietà (soprattutto Andrea Della Valle, visto che il Patron Diego non è praticamente mai tornato in scena dopo Calciopoli).

Col risultato che il disinnamoramento della Famiglia nei confronti di Firenze e della Fiorentina ha raggiunto vertici epocali. Allentati, almeno momentaneamente, solo dalla disgrazia Astori. Sembrava che il calore della Città nei confronti della squadra e il supporto comunque MAI mancato, potesse far rinascere qualcosa nell’orgoglio dei fratelli, che sembravano disposti a “tornare in campo” per costruire una Fiorentina almeno dignitosa, dopo l’ultimo campionato concluso tra mille difficoltà, anche tecniche. E dopo aver dichiarato che la Fiorentina era in vendita (ma, a detta loro, senza acquirenti).

E siamo arrivati ad oggi, con un Direttore Sportivo (Corvino) incapace (almeno per il momento, quanto speriamo di essere smentiti!) di rinforzare una squadra che tanto avrebbe bisogno di nuovi innesti. E del resto, come si dice a Firenze, “senza lilleri un si lallera”, un po’ come il “fare le nozze coi fichi secchi” insomma.

Per settimane i giornali hanno riempito pagine con i nomi di Pjaca e Pasalic come prossimi arrivi in maglia Viola. Certo, non sono Cristiano Ronaldo, ma era già qualcosa, di questi tempi, prendere due giocatori dalla Juventus e dal Chelsea invece che qualche scommessa dalla Serie B spagnola.

Ci dicevano che bastava aspettare la fine dei Mondiali (tutta colpa della povera Croazia andata in finale se il mercato della Fiorentina era ancora praticamente fermo) perchè gli accordi c’erano già, mancavano solo le firme. E invece no.  La trattativa per Pjaca si è improvvisamente arenata. Si dice che la Juve abbia bisogno di fare cassa dopo l’acquisto di CR7 e la Fiorentina non è certo il cliente ideale a cui chiedere soldi. Questione di “autofinanziamento” e di scelte tecniche sbagliate, che hanno portato a Firenze giocatori strapagati e oggi “invendibili” (almeno a quelle cifre).

Mentre per Pasalic, almeno nel momento in cui scriviamo, la situazione è ancora più tragicomica. Perchè nell’operazione si è inserita nientepopodimeno che l’Atalanta! Con il giocatore e il suo procuratore che avrebbero già l’accordo con la Fiorentina, sarebbe bastata una telefonata (di Gasperini, allenatore dei bergamaschi) e il fermo interesse della Società di Percassi a rimescolare le carte in tavola. Con in nerazzurri adesso in pole position per il giocatore.

Probabilmente ci diranno che in realtà i due giocatori non erano mai entrati negli interessi di Corvino e ci “venderanno” qualche nuovo arrivo a costo zero come la “promessa del secolo”. Forse avranno pure ragione loro, alla fine.

E i tifosi? Aspettano, sperano, si arrabbiano e ingoiano bile. Al grido di “mai una gioia”. E poi torneranno come sempre ad incitare la Maglia Viola, perchè quello è un Amore che non si può più cancellare. Almeno lo speriamo, perchè in questo momento i Della Valle ce la stanno mettendo tutta per farlo accadere.

Ma quanto sono lontani gli anni delle “7 Sorelle” per noi tifosi viola. Almeno oggi.

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