Se c’è una cosa che abbiamo imparato su Rocco Commisso è proprio che è un uomo impulsivo, classico dei sognatori. Un uomo che nella vita ha dimostrato di saperci fare, senza dubbio. Ma che deve anche imparare molto da questa avventura con la Fiorentina.
Il campionato italiano è molto diverso da tutti gli altri e (quasi) niente arriva per caso. Certo, ogni anno c’è qualche sorpresa, ma alla fine dei conti sono sempre le squadre più forti a vincere il campionato e ad andare nelle Coppe.
Il presidente, come fa praticamente ogni giorno quando è in Italia, ha parlato.
“Cutrone? Sapevo che sarebbe arrivato ma non potevo dirlo. Non l’ho ancora incontrato, ieri sera sono andato a letto. Oggi farà le visite mediche. E’ uno dei più grandi investimenti della storia della Fiorentina, speriamo che vada bene e non stia seduto. Arrivi per centrocampo e difesa? Vedremo se ci sono occasioni, dipende dai costi, non posso dire nulla…”
Continua:
“Non mi aspettavo questi risultati negativi, sognavo già quest’anno di andare in Champions o in Europa League. Ma per quest’anno non ce le possiamo aspettare. Colpa mia che ci ho creduto. Ho visto vincere la Fiorentina dal vivo solo in Coppa Italia al Franchi, con il Cardinale. Magari torna e ci fa una preghiera (ride, ndr).”
Su Tonali: “Il prezzo si è alzato tantissimo appena è circolata la voce che lo volevamo”
Su Chiesa: “Se vuole andare via quando arriverà un’offerta giusta è libero di andare. Anche se mi dispiacerebbe mandare via un giocatore che può essere una bandiera come Scirea, Maldini, Collovati o Totti.”
Un errore la conferma di Montella? “Fare l’imprenditore vuol dire anche commettere errori, basta che siano piccoli”
Su Iachini: “Mamma mia, è come Rocco. Quando le cose non vanno bene grida come facevo io. Sta motivando tutti.”
Infine sulla preparazione: “Abbiamo interrotto la preparazione e forse è stato uno sbaglio. Non torneremo a New York (ride ancora, ndr). Mi assumo le responsabilità, credo che torneremo a Moena. Tournée? Non in America”
Caro presidente, questi mesi le saranno certamente serviti per capire che in Italia per vincere o arrivare almeno alle Coppe serve investire in giocatori buoni. Pronti o in prospettiva, ma buoni. E i giocatori buoni, si sa, costano. Pensare di poter arrivare in Champions dopo aver acquistato in estate solo Pedro, Badelj, Boateng, Lirola e Pulgar, prendendo a zero euro Dalbert (in prestito) e Caceres (svincolato) e un campione come Ribery ma alla sua età, è quanto meno utopia.
Ma le vogliamo bene e siam certi che oltre al suo entusiasmo comincerà anche a capire che per arrivare dove sogna serve molto di più.