Christian Kouamè, che ha fatto il suo esordio con la maglia della Fiorentina nella partita contro il Cagliari, si racconta a Calciomercato.com:

Per me è una rinascita, dopo 8 mesi avevo una gran voglia di tornare a giocare. Volevo tornare quando ero al 100%, perché è stato il mio primo infortunio grave. Dopo mesi sono tornato a correre senza la paura.

Il quasi gol contro il Cagliari? La avevo già vista dentro, stavo per esultare. E’ stato bravissimo Cragno.

Cosa mi ha detto Iachini prima dell’esordio? Nei giorni scorsi mi aveva chiesto come stavo e se ero pronto a giocare, ma c’erano dei tempi da rispettare. Così quando è arrivato il momento mi ha detto “Dai, eh, ora ci siamo”.

Un giocatore a cui mi ispiro? I miei idoli da piccolo erano Drogba e Eto’o. E ancora oggi guardo i loro video er studiare i loro movimenti, perché non si finisce mai di imparare.

Il mio soprannome “Gazzella”? Me lo dettero quando ero a Prato e me lo sono portato dietro.

Il mio trasferimento a Firenze? Quand omi sono fatto male con la Costa D’Avorio il mio unico pensiero era tornare in Italia per curarmi. Del mercato non mi importava nulla. A gennaio il mio agente mi ha fatto sapere che la Fiorentina era interessata a me e che mi avrebbe fatto sapere. Mi faceva piacere il loro interessamento perché quando sono arrivato in Italia a Sesto Fiorentino avevo sentito parlare tanto di questo club. Un giorno mi sono svegliato alle 3 di notte per vedere se avessi ricevuto una telefonata dal mio agente. Poi mi ha fatto sapere che avrei fatto le visite mediche per loro.

Un aneddoto del mio trasferimento in viola? A Natale ero a Firenze con la mia fidanzata. per lei era la prima volta. Mi disse che le sarebbe piaciuto tanto viverci. E adesso è qui con me: si vede il destino…

Perché non è andata in porto col Crystal Palace? Era già tutto fatto, il procuratore mi avrebbe spiegato i dettagli dopo la partita in cui mi sono fatto male. La Premier League è un campionato fantastico ma non ho rimpianti.

La mia vita in Costa d’Avorio? Calcio, calcio e calcio. Non facevo altro. Passavo interi pomeriggi a giocare a calcio coi miei amici. A volte anche con quelli più grandi in uno stadio vicino. I miei amici sono sempre lì. Ci sentiamo spesso.

La mia famiglia? Anche loro sono in Costa D’Avorio. I miei genitori, mio fratello e le mie sorellastre. Li ho chiamati il giorno dell’esordio con la Fiorentina, erano felicissimi.

Il mio arrivo in Italia? Sestese, Prato, Sassuolo e Inter dove ho vinto una Coppa Italia con la Primavera. E’ stato il mio primo trofeo italiano, è stato bellissimo. C’eravamo io, Pinamonti, Manaj. Quell’anno l’allenatore della prima squadra era Mancini ma non ho mai avuto rapporti con lui.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *