L’Italia ha staccato il pass per gli Europei in Germania. Non certo un cammino esaltante, sia chiaro. Anche perchè la nostra Nazionale rischia di finire addirittura in quarta fascia nei sorteggi. Non così onorevole per la detentrice del titolo. Ma sempre meglio di quello che ha fatto nelle ultime qualificazioni ai Mondiali, visto che è rimasta clamorosamente fuori sia da Russia 2018 a Qatar 2022.

Il biglietto per la Germania è arrivato dalla partita con l’Ucraina, pareggiata 0-0. Un punto d’oro per l’Italia di Spalletti che ha fatto esultare tifosi, giocatori, addetti ai lavori. (Quasi) una Nazione intera, al netto di tanti tifosi, soprattutto a Firenze, che della Nazionale non vogliono più saperne. E poco importa se quello 0-0 è maturato anche grazie ad un clamoroso rigore non concesso all’Ucraina. A parti invertite ci sarebbero stati titoloni su tutti i giornali nazionali, sportivi e non. Si sarebbe parlato di complotti, di “qualcuno” in Europa, forse in Germania, che non avrebbe forse voluto una avversaria scomoda. Ma, per fortuna degli Azzurri, non è andata così. Perchè dall’altra parte, dalla parte delle vittime, ci sono ancora una volta loro, gli ucraini. Vittime di una guerra stupida e pure vittime, con le dovute differenze, di una disfatta sportiva macchiata da un errore clamoroso. Neanche rivisto al Var.

Fa impressione sentire i commentatori Rai quasi minimizzare l’accaduto, solo perchè successo ai tuoi avversari. Fa ancora più impressione che a negare l’evidenza sia stato perfino Luciano Spalletti. Il suo ex presidente, Aurelio De Laurentiis non ha usato mezzi termini, parlando di “partita rubata dall’Italia“.

Ma quello che ha fatto più impressione è stato sentire le interviste dopoparrtita dei protagonista ucraini. Non ce n’è stato uno che abbia tirato in ballo il clamoroso errore arbitrale. “Non siamo abituati a parlare degli arbitri” si sono giustificati.

Una lezione di sportività, ancor prima di calcio, che rende onore ad un Paese martorizzato dalle bombe, macchiato dal sangue. Una sportività che noi italiani possiamo solo imparare. Visto che, di solito, sappiamo dare solo lezioni di faziosità e vittimismo. Magari l’Ucraina riuscirà comunque a qualificarsi per gli Europeri come miglior terza. Magari le due nazionali si ritroveranno pure su un campo in Germania. Magari la prossima volta il rigore mancherà all’Italia e allora via con quei titoloni. Poco importa se toccherà invece ancora agli ucraini piangere. Perchè in fondo, il loro Europeo, quello della sportività, lo hanno già vinto. A mani basse.

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