Ecco l’intervista che Pietro Terracciano ha rilasciato a Viola News:

La nostra identità è sempre quella. In ogni campo in cui ci presentiamo, sappiamo che possiamo mettere in difficoltà chiunque. Il nostro obiettivo è sempre vincere, sapevamo che avremmo fatto una grande gara. Non sono meravigliato perché conosco il valore della squadra. Urla con Parisi dopo l’errore? Sono cose di campo, iniziata e finita lì. L’importante è aver vinto la partita e aver visto lui fare un grandissimo match.

L’arrivo di Italiano? Venivano da stagioni negative. Quando hai una squadra costruita per alcuni obiettivi e ti ritrovi nelle zone basse di classifica non hai i mezzi per poterti giocare una salvezza inaspettata. Il mister è stato bravissimo, ha portato entusiasmo e ci ha dato convinzione. E’ un calcio che diverte sia in allenamento che in partita. Grandi meriti sono stati suoi fin da subito. Noi lo seguiamo in tutto perché a livello tattico e temperamentale è una guida importante per noi. Rapporto con lui? Ci conosciamo da tre anni. Con lui abbiamo tutti un buon rapporto. Pretende tanto da noi e si fa sentire dal punto di vista del lavoro, posso solo parlare bene.

Il preparatore Savorani? Un acquisto importantissimo. Oltre al curriculum pretende tanto, ti stimola e ti sprona anche durante gli allenamenti. A livello tecnico non lo scopro io, ma a livello umano è un top e lo sta dimostrando anche da noi.

Le critiche? Non è una roba a cui do tanto peso. Non perché voglia sembrare quello forte che non si rende conto del periodo negativo. Penso di essere abbastanza intelligente da distinguere le critiche costruttive da quelle gratuite. Non conosco qualcuno che non venga criticato, fa parte della cultura calcistica italiano. Non è un qualcosa che mi può condizionare, altrimenti non avrei la fortuna di giocare a Firenze. E’ una piazza che pretende tanto e ci stimola a dare il meglio.

La concorrenza c’è ovunque. Nel ruolo del portiere è più facile trovare gerarchie, ma non è mai stata una cosa che mi ha disturbato. Proprio per il percorso fatto in carriera non ho mai pensato che qualcosa mi fosse dovuto. Penso di essere la stessa persona sempre, nei momenti positivi e negativi. Christensen? E’ un ragazzo straordinario, sempre sorridente. E’ riuscito ad entrare subito nel gruppo, un ingresso molto positivo nello spogliatoio. Viene da un’altra scuola e un altro campionato ed è normale che serva tempo per adattarsi ad un altro tipo di calcio. E un ragazzo sveglio, intelligente, è già cresciuto da quando è arrivato.

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