Trovare qualcuno che si salva, nella disfatta di Atene, è compito arduo. Eppure qualcuno c’è. A partire da “San Pietro” Terracciano, migliore in campo della Fiorentina (e questo la dice lunga) che, a parte la sbavatura di non poco conto sul gol di El Kaabi dall’area piccola, ha fornito l’ennesima prestazione ben oltre la sufficienza, dimostrando che i problemi di questa squadra sono ben altri che tra i pali.
E poi Milenkovic, uno dei giocatori più discussi in stagione, che non ha mancato l’appuntamento più importante, fornendo una prestazione da leader in difesa (El Kaaabi no ha visto palla finchè c’era lui a tenerlo), segnando il gol annullato per fuorigioco e sfiorandolo di nuovo sugli sviluppi di un corner, ovvero due delle (poche) occasioni migliori di tutta la partita.
Al limite tra i positivi potremo metterci forse anche Dodò, al netto di un paio di svarioni che potevano costare davvero molto molto cari, un po’ come nella partita di ritorno col Brugge, quando da un suo fallo laterale consegnato agli avversari la Fiorentina rischiò di capitolare, non fosse stato per l’ennesima intuizione miracolosa del solito “San Pietro”.
Trovare il peggiore, invece, è ancora più difficile. Perchè molti pare abbiano fatto a gara per esserlo. Ranieri, Biraghi, Arthur, Mandragora, Bonaventura, Nico Gonzalez, Kouamè, Ikonè, Belotti, Nzola, Barak. Sceglietene uno e non sbagliate.
Al limite ci possiamo soffermare sui quelli che hanno più deluso le aspettative, da cui ci si poteva e doveva aspettare certamente di più. Dando per scontato che ormai da giocatori come Ikonè, Nzola, Belotti e Arthuir…. c’era davvero poco da aspettarsi. Sarebbe forse stato più sconcertante vedere una loro prestazione positiva.
Ma quelli che davvero hanno tradito sono loro, quelli da cui ti devi aspettare di più. Parliamo in primis di Nico Gonzalez, il giocatore più pagato nella storia della Fiorentina. Che ogni anno salta mezza stagione per infortuni e che manca sempre all’appello nelle occasioni più importanti. Quello che dovrebbe essere leader ma che leader non è mai. Quello che se arrivasse un’offerta congrua, nessuno si strapperebbe i capelli per averlo perso. Eterno incompiuto, pensare che a Roma si diceva lo stesso di Totti, “gran giocatore che mancava le occasioni importanti”. Come mangiare e stare a guardare….
E poi c’è lui, il “Jack“. Il giocatore che a gennaio aveva puntato i piedini per andare alla Juventus, perché i dirigenti viola gli avevano proposto una riduzione dello stipendio. E dopo quello che abbiamo visto ieri, con un “rigore” sbagliato “alla Mandragora” contro il West Ham, direi a ragione. Lui e il suo procuratore hanno “pianto” per la mancata convocazione con la nazionale, pensassero se Spalletti fosse stato ieri ad Atene…
Di Mandragora c’è poco da dire, anche ieri poca sostanza, forse meglio Duncan nei minuti in cui ha giocato. Quarta senza macchia e senza onore, ha giocato molto più arretrato rispetto al solito, non ha fatto particolarmente male.
Quindi Biraghi, il giocatore più infamato della rosa della Fiorentina. Lui è questo, nel bene e nel male. Ci sarebbe semmai da domandarsi perchè durante tutto l’anno sia stato sempre e comunque preferito a Parisi, il giovane di belle speranze relegato a secondo di un giocatore che quasi mai ha fatto meglio di lui.
E il mistero Barak, che a Verona faceva la differenza (e tanti gol) mentre a Firenze mister Italiano non è mai riuscito a valorizzarlo. Per non parlare di Kouamè, tornato da Campione d’Africa ma anche lui talmente spaventato davanti al portiere greco da mangiarsi una delel occasioni più nitide per vincere la partita.
In tutto questo ci sarebbe da chiedersi perchè tenere Beltran in panchina per quasi tutta la partita. Il secondo giocatore, ricordiamolo, più pagato nella storia gigliata. Quello arrivato come attaccante ma che Italiano ha ridisegnato come centrocampista avanzato. Boh.
E infine c’è ovviamente lui, mister Italiano.
L’uomo che a Firenze ha riportato il calcio. L’uomo dal calcio spumeggiante, dalle idee zemaniane. Che nella partita più importante, quella dove avrebbe dovuto coronare il suo stile di gioco per alzare finalmente una coppa, se l’è letteralmente fatta addosso, trasformandosi nella copia più grigia del Trap nazionale. Peccato Vincenzo, davvero peccato. Tradito da sè stesso nel giorno più importante della sua carriera.
E pensare che si dice l’anno prossimo potrebbe andare a giocare la Champions col Bologna. Con la paura dimostrata ieri sera? Tanti auguri….